Dopo secoli di storia e storie sono emersi a Villa Iachia cospicui faldoni di documenti. Ricoperti dalla polvere, sono stati portati alla luce per la prima volta nel 2012, inerenti all’azienda agricola e alla famiglia della fine del XVIII alla seconda metà del XX secolo; attraverso i quali si è potuto valorizzare in diverse corpose tematiche, la storia di queste due realtà.
L’archivio “aziendale” è composto da 25 libri mastri dal 1945 al 1972, libri di cassa e compravendite, in particolare dei terreni e delle particelle acquisite o vendute. Una parte massiccia è costituita dai danni di guerra, della Prima e della Seconda guerra mondiale, è presente molta corrispondenza con le rispettive copialettere e carte miscellanee. I beni e i terreni della proprietà sono visibili dalle mappe catastali e in grande quantità sono le cartelle personali di famiglia.
L’ Archivio della famiglia Iachia, dichiarato d’interesse culturale dalla Sovrintendenza Archivistica di Trieste, è stato così descritto e organizzato in sezioni.
Particolarmente interessante è il nucleo fotografico dell’archivio, che è formato da quasi 15 album di foto, che testimoniano l’attività e la vita della famiglia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento fino ad arrivare agli anni cinquanta del XX secolo.
Inoltre, si possono riportare alla luce nomi culturalmente importanti, come ad esempio nel libretto “L’ultima cartella del Pinocchio”, una raccolta di ricordi, dediche e firme di personaggi illustri della prima metà del ‘900. Da Giacomo Puccini agli scrittori derivanti dalla celebre rivista “Il giornalino della domenica”, come Luigi Capuana e Ada Negri, fino ad esponenti della Camera dei Deputati. Sono anche numerose, le raccolte di cartoline paesaggistiche, di moda e di guerra da fine ‘800 a metà ‘900.
Dal 2012 abbiamo richiesto il vincolo di tutela dell’archivio della famiglia, ai sensi dell’art. 10, comma 3, lett. b) del D.Igs 22 gennaio 2004, n.42 e viene quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto Decreto Legislativo.
L’archivio è consultabile su appuntamento scrivendoci a info@villaiachia.it
A tutti avviene di ricordarsi con più fervore del passato quando il presente acquista un’importanza maggiore.
Italo Svevo, La Coscienza di Zeno
Tra le tante storie che si sono intessute a Villa Iachia, c’è anche quella del celebre scrittore Italo Svevo, fratello della bisnonna degli attuali proprietari, che diverse volte trovava rifugio dalla vita cittadina in questo “angolo di paradiso”.
Grazie al riordino e la catalogazione d’archivio sono stati scoperti documenti che testimoniano i rapporti con la famiglia Vivante. La sorella di Italo Svevo, Natalia Schimitz, sposò Giuseppe Vivante nel 1881, lasciandoci una lista di tutti i regali di nozze ricevuti e con essi i nomi degli invitati, tra i quali compaiono anche Ettore (Italo Svevo) e Livia (Veneziani), sua moglie.
Inoltre, è citato in un documento testamentario di Giuseppe Vivante, in una lettera indirizzatagli alla morte del fratello sempre da parte di Giuseppe Vivante e presente in uno schizzo di assegnazione di un posto a tavola per un invito a cena come “zio Ettore”.
Nella vicina Trieste potete visitare il museo sveviano. Per maggiori informazioni consultate il sito www.museosveviano.it.